Sviluppo Personale & Professionale

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La motivazione di base? Migliorarsi!

Creato Lunedì, 24 Maggio 2010 23:00 Data pubblicazione Visite: 4002

Categoria principale: Focus ON - Categoria: FOCUS_2010

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Se esiste un'attività sociale per definizione imperfetta, questa è la cosiddetta "formazione", cioè il tentativo di trasferire da una persona a un'altra idee, informazioni e comportamenti. Per quanto studiato e conosciuto nelle sue reazioni, l'essere umano rimane libero, misterioso e incontrollabile nelle decisioni finali. Il cane di Pavlov aveva riflessi condizionati perfetti e prescritti, ma nemmeno dopo i più avanzati interventi sul cervello l'uomo riesce a essere "formato" in modo perfetto come un cane.

La parola stessa, formazione, ha dunque in sé qualcosa di patetico e illusorio e va accettata soltanto come codice indicativo. A seconda dei contenuti trasmessi e degli obiettivi a cui mira, essa assume caratteristiche diverse: da quella scolastica e di base a quella addestrativa fino a quella manageriale. È di quest'ultima che quindi vuole parlare, muovendo dalla citazione di Charles Handy: «A fine millennio non siamo arrivati dove pensavamo. L'ultimo decennio ci ha lasciato in eredità organizzazioni e lavoro in preda alle contraddizioni. Il futuro dipende dalla nostra abilità di ricomporre in quadro dati e segnali confusi, per dominare il caos e trovare un varco attraverso i paradossi».

La formazione è e resterà indispensabile in qualsiasi società e organizzazione, perché cultura, competenza, tradizioni e conoscenze devono venire trasferite da una persona all'altra. Ma è il modo di trasferire che va aggiornato e cioè scrostato dalle ruggini che lo hanno man mano irrigidito, rendendolo ogni giorno più obsoleto proprio mentre le persone diventano ogni giorno più vive, attente e vitali.

L'apprendimento adulto segue nel tempo le stesse fasi: si attiva per interesse o per bisogno; si accende con l'attenzione; si realizza con la volontà e si fissa con la riorganizzazione delle conoscenze precedenti. Dopodiché può trasferirsi in azione, oppure rimanere modello mentale. Ciò che la formazione manageriale ha dimenticato è la prima fase: quella di attivare l'interesse o il bisogno del soggetto.

Bisogna ripartire dalla persona, coinvolgerla, accenderla con collegamenti e stimoli che essa percepisce come personali e diretti al proprio sviluppo e potenziamento umano. Per certi argomenti non è facile; appaiono teorici, speculativi, distanti dall'interesse e dalle motivazioni individuali. Ma c'è un mezzo per agganciare l'apprendimento: l'esempio e la testimonianza. Il docente deve testimoniare la sua convinzione, il suo gusto per ciò che dice, il piacere e il benessere che gli procura il suo insegnamento.

Fino ad oggi il docente dimostrava la sua competenza: ora è urgente che dimostri la sua intelligenza (che è un'altra cosa). Il formatore deve essere esempio di vitalità e di successo e accogliere nelle aule i partecipanti come se li stesse onorando di un'occasione arricchente e appassionante.

Fino ad oggi i formatori rappresentavano una categoria pallida e assorta, impastata dalla malinconia di sentirsi incompresa, quasi scusandosi di fare attività di secondo livello. Dovrebbero invece apparire vitali, con un eccellente marketing di se stessi e un altrettanto piacevole marketing del prodotto.

Nel Duemila sopravviverà solo la formazione positiva, coinvolgente, entusiasmante. Per il resto basterà lo schermo di un computer da consultare su necessità. Ma guai all'organizzazione che avrà dimenticato che l'apprendimento è prima di tutto interesse personale!