Sviluppo Personale & Professionale

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Cos'è l'assertività

Creato Mercoledì, 14 Aprile 2010 00:00 Data pubblicazione Visite: 3148

Categoria principale: Tematiche di Sviluppo

I presupposti che stanno alla base della teoria assertiva sono concetti "funzionalisti" che definiscono il "galateo" dei rapporti sociali su regole ampiamente condivise. Ne consegue che le abilità sociali sono stili di comportamento atti a rendere efficace la comunicazione e i rapporti tra le persone.

La persona assertiva

Interagisce con l'ambiente senza farsi sopraffare dai condizionamenti, persegue il suo bene da persona libera e saggia (ecologia delle scelte). Questo presuppone una buona conoscenza di sé e delle modalità più efficaci per esprimere le proprie idee, affetti, emozioni. Nell'ambito dell'assertività i comportamenti , verbali e non verbali, seguono una classificazione semplice che tiene conto del significato e delle conseguenze che essi hanno per le persone:

  1. Anassertivi
  2. Aggressivi
  3. Assertivi

Questa divisione è puramente teorica dato che ognuno di noi può slittare da un comportamento all’altro sotto la pressione degli eventi ambientali.

Il comportamento anassertivo

La"persona anassertiva" si distingue per una serie di comportamenti ed atteggiamenti interiori che lo portano a subire gli altri provando disagio. Subire gli altri può significare tanto il non essere in grado di rifiutare un favore ad un amico quanto il dover subire costantemente soprusi ed umiliazioni sul lavoro. Vi sono diversi livelli di passività e diversi livelli di disagio, ma le dinamiche sono sempre le stesse.

  • subire gli altri
  • incapacità di esprimere le proprie opinioni e sentimenti
  • difficoltà nel prendere decisioni
  • ritenere gli altri migliori di se stessi
  • temere il giudizio altrui
  • dipendenza dall’approvazione altrui
  • incapacità di rifiutare richieste
  • agire secondo il volere altrui (sottomissione)
  • incapacità di partire dal livello operante altrui

Subire costantemente gli altri e sentirsi frustrati porta l’individuo a sentirsi impotente e crearsi un immagine negativa di sè stesso, come risultato tenderà ad isolarsi sempre di più. Gli anassertivi tenderanno a scegliere come "amici" persone aggressive sulle quali contare.

Il comportamento aggressivo

Essere aggressivi non vuol dire necessariamente esercitare violenza fisica sugli altri: fanno parte dell’aggressività tutta una serie di atteggiamenti e modi di pensare che hanno in comune la violazione dei diritti altrui e la non curanza per i loro stati d’animo. Essere consapevoli della propria aggressività non è facile: spesso la persona aggressiva riesce a ottenere ciò che vuole con la prepotenza. In realtà l’Aggressivo paga a lungo termine le conseguenze del suo modo d’essere: sarà emarginato e finirà per circondarsi di persone tanto più passive quanto più egli sarà aggressivo. Esempi di comportamenti aggressivi sono:

  • calpestare i diritti altrui (prevaricazione)
  • ritenersi sempre nel giusto
  • attribuire i propri errori e disagi alla responsabilità altrui
  • sopravvalutarsi
  • non accettare le opinioni altrui
  • inflessibilità d’opinione anche di fronte all’evidenza
  • pretendere che gli altri agiscano secondo il proprio volere (prevaricazione)
  • colpevolizzare ed inferiorizzare gli altri
  • sentirsi in diritto di giudicare tutto e tutti
  • incapacità di partire dal livello operante altrui

Il comportamento assertivo

La persona Assertiva si colloca tra l’anassertivo e l’aggressivo: non è limitata dagli schemi mentali che caratterizzano l’Anassertivo e l’Aggressivo. Egli non attribuisce realtà ai comportamenti aggressivi e a quelli passivi: egli sa che entrambi sono solo il risultato di limitazioni; sa che le limitazioni possono essere superate ed il disagio vinto. Sono comportamenti assertivi:

  • rispettare gli altri, i loro diritti e le loro opinioni
  • non permettere agli altri di essere aggressivi nei nostri confronti (non subirli)
  • disponibilità a modificare le nostre opinioni
  • non esigere che gli altri si comportino come noi vorremmo
  • non essere possessivi verso le persone che ci circondano
  • non sentirsi in diritto di giudicare gli altri
  • capacità di partire dal livello operante altrui

Caratteristiche dell’assertivo

  • Si pone obiettivi "strategici ".
  • Esercita l’autocontrollo cognitivo sugli obiettivi in termini di Self-efficacy (auto-efficacia) vale a dire crearsi corrette aspettative, essere all’altezza delle scelte operate, ragionare per obiettivi realistici, senza provare ansia o disagio e nel rispetto delle " regole ";
  • Self-monitoring (auto-monitoraggio) ovvero saper osservare il proprio ruolo e i propri obiettivi. Sovente un obiettivo legittimo è troppo arduo e sconvolgente per il nostro ecosistema. La sua scomposizione in sotto-obiettivi lo rende realizzabile (analisi dell'obiettivo).
  • Self-evaluation (auto-valutazione) ovvero essere in grado di attribuire il successo e l'insuccesso ai veri agenti di esso (a se stessi o gli altri). L'incapacità a discriminare, la presenza di idee irrazionali e di nevrosi, rendono questo piuttosto arduo.

Le competenze dell’assertivo

  • Autonomia emotiva: tutte le emozioni possono interferire negativamente se la loro base biologica prevarica il controllo razionale; è inoltre importante non far dipendere le nostre emozioni dalla volontà altrui.
  • Libertà espressiva: è la capacità di comunicare emozioni e affetti. Nelle relazioni umane è di fondamentale importanza per avere un buon rapporto.
  • Consapevolezza dei diritti della persona: è la bussola dei rapporti sociali. Implica il rispetto di sé e degli altri. Rende il nostro agire chiaro e libero dai sensi di colpa.
  • Autostima: discende da una positiva immagine di sè. Chi stima sè stesso è disponibile a stimare gli altri, questo crea la premessa per un corretto rapporto.
  • Capacità di autorealizzazione: implica la padronanza di tutti i precedenti prerequisiti, delle capacità di auto-controllo cognitivo e di strategie idonee. È un'abilità complessa che agisce su tutti i sistemi interni: il sistema nervoso autonomo che regola le emozioni, quello cognitivo che regola i pensieri, quello motorio che regola i comportamenti volontari. Inoltre può modificare significativamente quelli esterni più prossimi come quello familiare e sociale.

Conclusioni

Si rifletta sulla differenza che divide queste due affermazioni d’amore:

  • "tu mi fai stare bene!"
  • "stare con te mi fa sentire bene!"

La prima delle due affermazioni è centrata sull’altro, conferendogli potere sulle nostre emozioni.

La seconda affermazione è una corretta valutazione di come noi viviamo il rapporto con l’altro. Molte delusioni nei rapporti affettivi e lavorativi sono dovute ad un errato modo di rapportarsi all’altro.