Pfeffer, Jeffrey: The Human Equation: Building Profits by Putting People First (Harvard Business School Press, 1998). Libera sintesi.
La teoria universalista
Le argomentazioni universalistiche rappresentano la forma più semplice delle affermazioni teoriche inerenti alla letteratura di gestione delle risorse umane, poiché implicano l’ esistenza di una relazione universale, in tutte le popolazioni organizzative, tra una data variabile indipendente (una pratica della gestione del personale) e una dipendente (la produttività lavorativa). Le teoria in esame trova consenso in un consistente numero di ricercatori. Secondo tale approccio determinate pratiche di gestione della forza lavoro sono più efficaci di altre, perché generano maggiore produttività e profittabilità nell’impresa. Sono dunque da adottare al fine di conseguire il successo aziendale. Le pratiche sono definite a elevate prestazioni lavorative o best practices. Gli effetti delle best practices sono generalizzabili a tutte le organizzazioni e non specifici, quindi indipendentemente dal settore in cui le imprese operano e dalla loro localizzazione, le aziende che le implementeranno otterranno un durevole vantaggio competitivo. Pfeffer individua sette pratiche di gestione risorse umane da considerare strategiche:
- 1. Sicurezza dell’impiego a lungo termine;
- 2. Selettività nel reclutamento del personale;
- 3. Gruppi auto-gestiti e decentramento decisionale come principi basilari del disegno organizzativo;
- 4. Retribuzioni contingenti alle prestazioni organizzative;
- 5. Formazione intensiva;
- 6. Riduzioni delle differenze di status;
- 7. Ampia condivisione delle informazioni.
Maggiore il numero delle pratiche implementate da un’azienda, tanto più elevato sarà l’impatto da esse generato sulle prestazioni aziendali.
- Prec
- Succ >>