Sono state approntate almeno tre edizioni italiane del questionario di Karasek.
La prima, ridotta, di 15 domande è stata tratta dal manuale messo a punto per lo studio dei fattori psicosociali nell'ambito del progetto MONICA-OMS (29).
La seconda versione, di 35 domande, è stata riconosciuta dall'autore e utilizzata dallo studio JACE nell'ambito dei programmi BIOMED della Comunità Europea (16).
La terza (6), è stata predisposta da ricercatori dell’ENEA di Bologna che, nel tradurla dall’originale, hanno apportato gli adattamenti ritenuti più necessari per l’utilizzo del questionario in contesti lavorativi nazionali (in particolare nell’industria tessile e nel terziario). Questa versione rappresenta di fatto la “recommended version” di 49 items, articolata in 8 macrovariabili: 3 sulla dimensione controllo i cui items indagano su “giudizio circa le proprie capacità”, “potere decisionale in rapporto al compito specifico” e “potere decisionale a livello di politica aziendale”; 3 sulla dimensione domanda i cui items indagano su “carico di lavoro psicologico”, “carico di lavoro fisico” e “insicurezza lavorativa” mentre le 2 restanti dovrebbero consentire valutazioni sugli aspetti relazionali (supporto sociale da parte dei superiori e supporto sociale da parte dei colleghi, rispettivamente). Vi è autorevole testimonianza in letteratura che, al di là delle due dimensioni fondamentali controllo e domanda, il supporto sociale sia da intendersi come ulteriore risorsa disponibile e come “modulatore” delle richieste che provengono dal contesto lavorativo. Nel 1998, la traduzione del “Recommended Format (49 questions): 6/94 - Rev. 1.5 del Job Content Questionnaire di R.A. Karasek, 1985” è stata sottoposta all’approvazione dell’autore e, attraverso l’invio della richiesta “back version”, si è reso possibile il confronto con la versione originale.
La seconda e la terza edizione sono servite come base per la stesura della versione qui proposta.
Gli studi italiani (tabella 2) sono stati soprattutto di tipo epidemiologico per la valutazione del rischio cardiovascolare e muscoloscheletrico, ma anche di ricerca applicata finalizzata ad interventi ergonomici negli ambienti di lavoro.
Tabella 2 - Alcune utilizzazioni del JCQ in Italia.
Autori |
Oggetto dello studio |
Risultati |
Baldasseroni A., et Al. (1998)(1) |
Valutare il carico di lavoro mentale in un campione di lavoratori addetti allo sportello di un ufficio postale Visti 70 impiegati: postali addetti allo sportello operanti in quattro uffici postali della provincia di Firenze |
|
Ferrario M. et Al. (1996, 1999) (7,8) |
Studio dei rapporti tra malattie cardiovascolari e stress in un campione rappresentativo della popolazione del Nord Italia |
|
Cenni P. et Al. (1998)(10) |
Linea di assemblaggio in industria tessile. Rapporto fra lavoro a cottimo (parcellizzato), stress percepito e sintomi psicosomatici riferiti. Lavoratori indagati: 162 Strumenti di indagine: JCQ di Karsek,1985 (stress psicofisico); Analogo Visivo di Pennebacker, 1982 (disturbi funzionali) |
|
Camerino D. et Al. (1998)(3,4) |
Relazione tra fattori psicosociali, carico lavorativo e disturbi muscoloscheletrici Visti 1182 lavoratori: personale ausiliario, infermieristico e tecnico di 3 grandi ospedali milanesi di cui 949 donne e 233 uomini |
|
In fase di valutazione del rischio nei contesti organizzativi il ricorso alla soggettività lavorativa, consentita da strumenti di autovalutazione come il Job Content Questionnaire di Karasek, ha il pregio di favorire soprattutto:
- la valutazione del grado di stress occupazionale derivante dall’incongruenza fra impegno richiesto e possibilità di “gestire” questa tensione fra efficienza e salute, nel senso di evitare o ridurre il rischio di disturbi funzionali a carico di organi o apparati;
- la percezione e individuazione delle condizioni ambientali (fisiche ed organizzative)nell’ambito dei diversi sistemi specialistico-funzionali (i vari reparti o gruppi di lavoro), da ottimizzare secondo le priorità che emergono dall’elaborazione dei dati raccolti con gli strumenti di ricerca.