Stress lavoro correlato

Stress lavoro correlato e benessere organizzativo

Depressione

“È una malattia che può colpire qualunque persona a qualunque età con una netta prevalenza delle donne rispetto agli uomini. Nasce in ragione dell’incontro tra una predisposizione genetica (che rappresenta il fattore di maggiore vulnerabilità), e l’esistenza di una serie di condizioni ed eventi stressanti che fungono da causa scatenante. Esistono, inoltre, depressioni ricorrenti, che possono essere totalmente svincolate dai precedenti fattori”. Dott. Rosario Sorrentino - Neuro scienziato direttore dell’IRCAP (Istituto di Ricerca e Cura degli Attacchi di Panico) presso la clinica Pio XI Roma.

La depressione è una patologia dell'umore, tecnicamente un disturbo dell'umore caratterizzata da un'insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed affettivi che, nel loro insieme, sono in grado di diminuire in maniera da lieve a grave il tono dell'umore, compromettendo il "funzionamento" di una persona, nonché le sue abilità ad adattarsi alla vita sociale. La depressione non è quindi, come spesso ritenuto, un semplice abbassamento dell'umore, ma un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura se stessa, gli altri e il mondo esterno. La depressione talvolta è associata ad ideazioni di tipo suicida o autolesionista, e quasi sempre si accompagna a deficit dell'attenzione e della concentrazione, insonnia, disturbi alimentari, estrema ed immotivata prostrazione fisica.

La depressione sembra correlata agli eventi di vita stressanti. In realtà, però, tale tipo di correlazione non è molto elevata. Alcuni studi attuali di neuroscienze svolti con le tecniche di brain imagining hanno evidenziato che ci sono ad es. dei neurotrasmettitori chiamati GABA che sono alla base della depressione post-partum, ad esempio, soggetti con il gene trasportatore della serotonina, con entrambe due copie corte dell'allele, saranno maggiormente predisposti all'ansia e di fronte ad eventi stressanti svilupperanno più facilmente depressione o tendenza al suicidio, rispetto alle persone che posseggono invece due copie lunghe dell'allele. Fra questi fattori vi sono ad esempio la personalità, il coping (cioè l'abilità di fronteggiare le situazioni stressanti) e il significato stesso che ognuno di noi dà agli eventi stressanti. Secondo questo modello, quindi, la depressione non sarebbe dovuta solo a cause meramente psicologiche, ma anche favorita o inibita da fattori più strettamente neurobiologici. Questa, inoltre, sarebbe un'altra spiegazione del perché alcune persone reagiscono con la depressione e altre no agli stessi eventi stressanti. La minor o maggior risposta allo stress da parte dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene sarebbe dovuto a influenze genetiche ed ambientali. Secondo questa ipotesi, detta ipotesi della diatesi da stress, i disturbi dell'umore sono perciò ereditari e i geni ci predispongono a questo tipo di malattia che viene innescata, sui soggetti predisposti, da eccessive dosi di stress.

I vari studi effettuati hanno confermato che eventi stressanti, soprattutto se prolungati, sono in grado di ridurre il tasso di alcuni neurotrasmettitori come la serotonina e la noradrenalina e di iperattivare l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene con conseguente aumento del cortisolo nel sangue.Questo però è evidente soprattutto in soggetti adulti depressi, mentre nei bambini tale associazione non è confermata, visto che nella popolazione di bambini depressi il livello di cortisolo nel sangue sembra essere nella norma. È quindi chiaro come la depressione sia una malattia complessa, dovuta a più cause e legata a una complessa rete di sistemi neurali.

ChimicaDepressione

Le cause che portano alla depressione sono ancora oggi poco chiare. Inizialmente vi erano due correnti opposte di pensiero, una che attribuiva maggiore importanza alle cause biologiche, l'altra a quelle psicologiche. Oggi i dati disponibili suggeriscono che la depressione sia una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici.